Consiglio Europeo: approvata in via definitiva la proposta di modifica alla direttiva 2012/19/Ue
Il 4 marzo 2023 il Consiglio Ue ha approvato in via definitiva la proposta di modifica della direttiva 2012/19/Ue, già approvata formalmente dal Parlamento Ue in data 6 febbraio 2024, al fine di rendere la relativa disciplina conforme a quanto stabilito nella sentenza C-181/201 della Corte di giustizia dell'Unione europea.
Tale sentenza ha dichiarato invalido l'art. 13, paragrafo 1, della direttiva 2012/19/UE nella misura in cui riguarda i pannelli fotovoltaici immessi sul mercato tra il 13 agosto 2005 e il 12 agosto 2012, a motivo di un effetto retroattivo ingiustificato. La Corte ha stabilito che, poiché prima dell'adozione della direttiva 2012/19/UE la normativa dell'Unione, conformemente all'articolo 14 della direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti, lasciava agli Stati membri la scelta di far sopportare i costi relativi alla gestione dei rifiuti originati dai pannelli fotovoltaici al detentore attuale o anteriore dei rifiuti oppure al produttore o al distributore dei pannelli fotovoltaici, e avendo la direttiva 2012/19/UE istituito una regola in forza della quale tali costi dovessero, in tutti gli Stati membri, essere sostenuti dai produttori, anche rispetto ai prodotti che questi ultimi avevano già immesso sul mercato in un momento in cui era in vigore la normativa anteriore (articolo 13, paragrafo 1), si dovesse ritenere che tale norma, applicandosi retroattivamente, fosse tale da violare il principio della certezza del diritto.
In questo modo si chiarisce che i costi relativi alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti originati dai pannelli fotovoltaici spettano al produttore dei pannelli solo con riferimento ai prodotti immessi sul mercato dopo il 13 agosto 2012 (data di entrata in vigore della direttiva 2012/19/Ue).
Analogamente la proposta ha inteso modificare anche l'art. 12, paragrafo 1, della direttiva RAEE in quanto contiene una disposizione parallela relativa alle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) destinate ai nuclei domestici. Benché questo articolo non fosse stato esplicitamente preso in considerazione dalla sentenza perché non applicabile al caso di specie, la Corte ne ha dedotto comunque la retroattività e, di conseguenza, la necessità di modifica.
La proposta mirata della Commissione tiene conto anche degli effetti della sentenza della Corte su altri prodotti che dal 15 agosto 2018 rientrano nell'"ambito di applicazione aperto" di cui all'articolo 2, paragrafo 1, lettera b), della direttiva RAEE, e la cui situazione è simile a quella dei pannelli fotovoltaici, esplicitamente menzionati nella sentenza. In particolare, l'"ambito di applicazione aperto" può comprendere sia le AEE destinate ai nuclei domestici che quelle destinate ad altri utilizzatori. In entrambi i casi, in seguito alla sentenza della Corte, è stato chiarito che solo a partire dal 15 agosto 2018 i produttori sono tenuti a finanziare la gestione dei rifiuti derivanti dalle AEE rientranti in questo ambito.
Alla Commissione, inoltre, viene affidato il compito di rivalutare la normativa Raee entro il 2026.
La direttiva entrerà in vigore a seguito della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea. Gli Stati membri avranno 18 mesi di tempo per recepire le modifiche.
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